“PIKENTIA-AMINAIA”… villaggi Etruschi lungo le sponde del fiume Picentino (Pontecagnano, SA)

In occasione delle “Giornate Europee dell’Archeologia” propongo, qui, un mio virtuale viaggio attraverso i “tesori” esposti al M.A.P. (Museo Atcheologico Nazionale di Pontecagnano), alle porte di Salerno (Campania, south Italy).

Accadde che nell’immediato dopoguerra, alle soglie di quelli che furono definiti gli anni del cosiddetto “boom” economico, l’esigenza di ampliare i perimetri urbanistici del tempo, fecero sì di riuscire a portare alla luce, durante alcuni lavori di scavo nell’area di Pontecagnano – nella valle del fiume Picentino – reperti di inestimabile valore storico, artistico ed archeologico mai conosciuti fino ad allora; emersero casualmente dal terreno alcuni reperti archeologici (corredi funerari di una Necropoli).

Con l’immediato intervento dell’Università di Napoli ebbe così inizio una lunga campagna di scavi che nel tempo ha riportato alla luce oltre novemila tombe. Lo studio accurato e le continue esplorazioni sul terreno sono riusciti a determinare che qui, alle falde dei monti Picentini, circa 2700 anni fa sorgeva una fiorente città e che essa, insieme alla colonia di Capua nella valle del fiume Volturno, determinasse l’estremo confine della massima espansione etrusca nel meridione italico, allora già fiorente, popolosa e ricca, ancor prima della nascita di Roma. La città aveva esteso una fitta rete di scambi commerciali con tutte le altre colonie (dell’allora mondo conosciuto) distribuite nel bacino del Mediterraneo. Gli abitanti di queste terre erano abili artigiani, esperti nella lavorazione (e produzione) di numerosi manufatti metallici tra cui: rame, stagno, utensili d’uso quotidiano; e poi ancora attrezzi da lavoro, strumenti musicali, ceramiche e terrecotte dipinte, armi e una ricca produzione di gemme e gioielli.

PONTECAGNANO, l’etrusca PIKENTIA AMINAIA (“Amina”), sorgeva al centro di una vasta pianura d’origine fluviale (il Picentino, navigabile per alcuni chilometri all’interno) alla cui foce, che un tempo era determinata dal fenomeno delle dune, sorgeva – a ridosso di ampie lagune (spesso profonde) – un sicuro ricovero per le imbarcazioni, più che un porto. La città, ubicata fra la Statale 18 ed il nastro d’asfalto dell’autostrada A3 SA-RC, era popolata principalmente da agricoltori e allevatori e i loro primi scambi commerciali (prodotti caseari dei monti e legname dei boschi in cambio di prodotti agricoli) li ebbero, attraverso i corsi fluviali del Picentino, del Tusciano e del Sele, con le popolazioni stanziate nell’immediato entroterra dei monti Picentini. Ma la vocazione di queste genti tramutò ben presto (aumentando in prestigio) dallo status di agricoltori e allevatori, a quello di guerrieri, artigiani e commercianti. Tali scambi avvennero nel periodo in cui i Greci – risalendo le coste tirreniche e approdando alla foce del Picentino, e quindi sostare a Pontecagnano – si insediarono prima ad Ischia (PITHECUSA) e, successivamente, a Cuma. Spezie, tessuti, ceramiche e monili provenienti dall’Oriente venivano qui scambiati con bestiame, frutta, ortaggi e verdure.

Non solo scambi commerciali quindi, ma Pontecagnano fungeva anche – e soprattutto – da bacino di idee, valori ed esperienze che si andavano a consolidare ponendosi lungo una linea di frontiera sorta proprio fra la massima espansione etrusca nel sud della penisola e le colonie greche che allora cominciavano a sorgere nel meridione italico. Tali vicende contribuirono a far divenire la città un florido e potente centro-mercato, autentico emporio fulcro di scambi nel Mediterraneo. Importanti materie prime come carne, formaggi, lana, latte e legname giungevano dalle vicine colonie di Casilinum (Sala) e della Lucania; mentre le esotiche merci (con pregiati tessuti), ceramiche, vasellame, arnesi bronzei, monili (pendagli, bracciali e collane) in avorio, oro e argento, gemme e amuleti egiziani, profumi e unguenti fenici e particolari spezie, giungevano dalle lontane terre d’oriente. Un primo scossone per il suo prestigio sull’intera pianura Pontecagnano lo ebbe – nel VII sec. a.C. – con la fondazione, da parte dei Greci “sibariti”, della vicina colonia di POSEIDONIA (la romana PÆSTUM) che imposero la propria supremazia prima con il controllo del Sele e la sua piana e – successivamente – con l’intero golfo. Da allora l’etrusca Pontecagnano cominciò un lento e inesorabile declino culminante nello scontro navale in acque cumane ad opera della flotta etrusca (ove perse definitivamente la supremazia del mar Tirreno) che subì una pesante sconfitta dalla flotta greca (epilogo che sancì la nascita di NEAPOLIS da parte dei Greci) e che spostò il baricentro delle produzioni etrusche nei territori interni, come la colonia di FRATTE, perdendo definitivamente così la propria vocazione marinara fino all’intervento di Roma che, nel 268 a.C. determinò la cessazione di Pikentia Aminaia, favorendo la nascita della romana PICENTIA.

Con la realizzazione del cosiddetto MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE si tende ad offrire, principalmente agli appassionati di storia e archeologia, un compendio sintetico ed efficace, un ricco e prezioso contenitore che illustra in maniera semplice ed immediata, attraverso un fantastico viaggio nel tempo, tutto ciò che era presente in un vasto territorio – uno degli ultimi avamposti etruschi oltre frontiera verso il sud della penisola – compreso tra le foci dei fiumi Picentino e Tusciano e che copre un arco temporale che parte dalla preistoria fino a giungere al tramonto dell’impero Romano, quando di questa importante (e poco conosciuta) città non restò più alcuna traccia e le sue vestigia vennero consegnate per sempre alla memoria del tempo. (tratto dalla guida “CAMPANIA Zaino in Spalla” di ©Andrea Perciato)

Pubblicato da Andrea Perciato

Sono una Guida Ambientale Escursionistica dell'AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche). Giornalista/pubblicista, esperto della progettazione di itinerari escursionistici e della promozione turistica mirata all'ambiente e alla natura. Amante del sapere e sempre alla ricerca di nuovi orizzonti da esplorare e da raccontare. Camminare, sognare, respirare e amare questo bellissimo e incredibile mondo.

Lascia un commento